Puf puf
Eccomi qui un po' trafelato causa lavoro tirato ma ben fatto e che mi ha portato soddisfazione, quasi orgoglio.
Senza dimenticare che mi aspetta uno splendido e lungo weekend (Lunedi' qui e' festa, President's Day). Il riposo, meritato.
Ci sarebbe molto da raccontare. La tempesta di neve dello scorso weekend che e' gia' un lontano ricordo grazie ai cieli azzurri che ci sono adesso. La visita di ele e liam da Londra, che ci ha fatto girare qua e la' tra ristoranti giapponesi e dinnerparty brasiliani (meglio fusion, visto la compagnia) per finire nella notte profonda e tempestosa del lower east side. La domenica a riposare cullato dai dolci gol che mi hanno portato al comando provvisorio del fanta.
E comunque il fatto che tutto fila liscio e le cose diventano naturali, anche quelle che mi provocano l'orticaria (il conto in banca e il bancomat, la carta d'identita' di nyc, il libretto degli assegni), e che consentono di sentirsi comunque meno spaesati.
E settimana prossima torno sul confine del vecchio continente per 5 giorni e per lavoro.
Ma prima ci sono sti tre giorni insomma. Per annusare l'aria e poltrire. Per sperimentare ed ascoltare, per immergersi nel flusso della varieta' e della moltitudine, per sparire e non sentire le chiacchiere del miliardario ridens. Che da quaggiu' sembrano ancora piu' piccole, ancora piu' ridicole, ancora piu' pericolose.
Senza dimenticare che mi aspetta uno splendido e lungo weekend (Lunedi' qui e' festa, President's Day). Il riposo, meritato.
Ci sarebbe molto da raccontare. La tempesta di neve dello scorso weekend che e' gia' un lontano ricordo grazie ai cieli azzurri che ci sono adesso. La visita di ele e liam da Londra, che ci ha fatto girare qua e la' tra ristoranti giapponesi e dinnerparty brasiliani (meglio fusion, visto la compagnia) per finire nella notte profonda e tempestosa del lower east side. La domenica a riposare cullato dai dolci gol che mi hanno portato al comando provvisorio del fanta.
E comunque il fatto che tutto fila liscio e le cose diventano naturali, anche quelle che mi provocano l'orticaria (il conto in banca e il bancomat, la carta d'identita' di nyc, il libretto degli assegni), e che consentono di sentirsi comunque meno spaesati.
E settimana prossima torno sul confine del vecchio continente per 5 giorni e per lavoro.
Ma prima ci sono sti tre giorni insomma. Per annusare l'aria e poltrire. Per sperimentare ed ascoltare, per immergersi nel flusso della varieta' e della moltitudine, per sparire e non sentire le chiacchiere del miliardario ridens. Che da quaggiu' sembrano ancora piu' piccole, ancora piu' ridicole, ancora piu' pericolose.
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