mercoledì, novembre 26, 2008

Luoghi comuni del progressismo milanese e non

Leggo su Repubblica.it l'articolo vibrante indignazione e grondante luoghi comuni di tal Alberto Stadera. Qui. [*]
La ricetta sicura per confermare le certezze del milanese progressista da prima cerchia?
Facile: scenari apocalittici, grattacieli scintillati, paralleli arditi [ma come fa uno a scrivere Milano come New York per il proliferare di grattacieli??? Ma come si fa?] e un mazzo di nomi sicuri sui quali far ricadere un po' di odio a pioggia [Ligresti, La Russa, Zunino, Manfredi Catella, Cabassi, Formigoni, la Moratti]. Dopodiche' a tinte fosche si parla di cimentificazione, di metri quadri, di demolizioni ... si cita Renzo Piano e perche' no anche Boeri [che e' lo stesso che costruisce la Torre residenziale al posto della Stecca degli Artigiani, ma non si capisce perche' ci si dimentica sempre di ricordarlo o di indignarsi a tal proposito. I cattivi sono quelli Hines, gli ammerigani. Prego non smontiamo le certezze dei salotti progressisti di Milano]. Ci dimentica infine di Pirelli ovviamente e quindi della cementificazione della Bicocca disegnata da Vittorio Gregotti. Che di cementificazione e pure molto densa si tratta o no? Vogliamo parlare del Parco della Biccoca? La collinetta patetica sopra i detriti delle demolizioni? No parliamo mlae del parco di City-Life ritagliato dai grattacieli hi-tech [hi-tech? Maddeghe'?] dei cattivoni stranieri Libeskind e C. Facciamo fare la battuta a Umberto Eco sul grattacielo storto e sul Viagra. Chiamiamo a raccolta anche Sgarbi che da quando ha litigato con Letizia Moratti va sempre bene.

Aggiungere una spruzzatina di rabbia e un po' di esterofilia.
Servire subito che il progressista meneghino non puo' stare senza certezze.
Soprattutto all'ora dell'aperitivo.

1 Comments:

Blogger panpot said...

Ti manca Milano, eh??

8:46 PM  

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