lunedì, giugno 26, 2006

Certezze, per una volta

Stiamo parlando di Gianni Mura. Indimenticabili i suoi resoconti del Tour. Memorabili alcuni articoli deliranti su cibo e vini di qualche sperduto paesino francese per poi dedicare 5 dico 5 righe alla noiosa tappa di pianura con arrivo in volata. Oppure il mitico pezzo sull'estinzione dell'autentica baguette con tanto di intervista al fornaio di turno (ok, un po' di nicchia, questa).
Ma anche sul calcio non ha mai scherzato. L'intervista al Campionato.
Si vede insomma che ha avuto la fortuna di lavorare (e di bere tanto vino, e di fumare mille paglie, cento sigari e un bel po' di pipe) con Gianni Brera. Che leggevo da piccolo sulla Repubblica tutta in biancoenero al Martedi' (a mente fredda, quindi, perche' il Lunedi' Rep non si presentava alle edicole e regalava ancora la gioia della ricca pagina sportiva dopo quella del Corsera del Lunedi)e che mi faceva fantasticare su Porthos Tacconi, Deltaplano Zanga, Stradivialli. Che mi faceva pensare che il calcio fosse davvero epico e che ci fossero degli eroi che continuavano le gesta dell'Abatino Rivera e di Rombodituono Riva.
Beh si diceva di Gianni Mura, quello dei Sette Giorni di Cattivi Pensieri.
E tutto questo che son d'accordo con lui ancora oggi, ed ho avuto esattamente gli stessi pensieri suoi dopo Inghilterra Ecuador. Ma proprio gli stessi:

Diamo un merito agli inglesi, il calcio lo hanno inventato loro. E il demerito per averlo ridotto così, a una poltiglia senza sapore e senza senso. Per dare l'idea del degrado, due giocatori inglesi (Robinson e Carragher) ammoniti per perdita di tempo nell'ultimo quarto d'ora. Ci sono squadre, qui, che vanno avanti tra alti e bassi, altre sono in costante crescita. L'Inghilterra è l'unica in costante peggioramento. Sulla prossima partita andrebbe apposta una scritta, tipo quella sui pacchetti di sigarette: la squadra inglese induce sonnolenza e irritazione. Se ne sconsiglia la visione a tutti quanti amano il gioco del calcio. E intanto Eriksson se ne sta seduto sul suo talismano, con l'aria di chi ha mangiato troppi cetrioli.

Chapeau. Dopo il colpo di tacco, la rovesciata.