Il lungo viaggio di ritorno
prevede una tappa a Madrid, per lavoro. Da dove scrivo.
L'ideale per mettere un po' di cose tra le vacanze natalizie casalinghe e il ritorno al lavoro e alla mela. Un po' di tempo per ripensare alle cose dette e sentite, agli affetti, alle cene e ai pranzi. Ai cento saluti e agli abbracci. Ai regali e agli sguardi.
Comunque sono arrivato qui nonostante la nebbia di Malpensa.
Le mie unghie provano inequivocabilmente che come sempre la partenza ha un carico di tensione. A volte positiva a volte no. Pero' stavolta non mi sono commosso troppo ne' con Xyzal (come l'ultima volta) ne', sopratutto, con la dolce meta'.
Lo prendo come un buon auspicio per sto cazzo di 2007.
Per non sapere ne' leggere ne' scrivere (?) mi son fatto una lunga e lussuosa doccia e sono uscito per Madrid. Museo del Prado, perso tra i grigi e i neri di Velasquez. Ma anche tra un meraviglioso Caravaggio e uno strabiliante Goya degli ultimi anni.
La magnifica stazione di Atocha di Moneo. Sospendo il giudizio sull'addizione di Nouvel al Reina Sofia, visto solo da fuori (ad ora il giudizio sarebbe negativo) e paleso la mia delusione per un'opera amata al tempo sui libri: La Puerta Toledo di Navarro Baldweg. Per essere sintetici: quasi un pisciatoio abbondonato. Anche se l'eleganza delle scale e del gioco di volumi, assieme alla nobilta' delle intenzioni, meritano ancora rispetto.
E poi proprio a due passi da li' ho trovato il posto che stavo cercando.
Un Bar autentico con il bancone di metallo. Tanti locali che fumavano allegri. Due baristi simpatici. Una ottima selezione di tapas tipiche, senza fronzoli.
Tre "tubi" di birra gelata. Due croquetas deliziose. Un cetriolo sottaceto ripieno di peperoni e acciughe. Acciughe e olive. A chiudere, dopo innumerevoli tentennamenti, l'approdo definitivo sulle orme dei navigati locals: lumachine piccanti. Perfetto.
Conto di 13 eurini. 16 con le paglie. Soddisfazioni.
Il tempo di continuare a vagolare fino alla magnifica Plaza Major, vedendo pure il bar dove "Hemingway never ate here" .. per poi tornare in albergo.
Controllo la mail e grazie al Corvo posso aggiornarmi sulla vita di un amico perso di vista e finito in Nuova Zelanda.
Cliccate [*], ne vale la pena.
Io ci ho passato quasi due ore, non trovando in tv Atletico Madrid-Osasuna.
Provo ad interessarmi di calcio estero ... tra Boumsong (o come cazzo si chiama) e il ginocchio di Amauri (*****) c'e' poco da stare allegri.
Sinequanon, direbbe il gastronauta
L'ideale per mettere un po' di cose tra le vacanze natalizie casalinghe e il ritorno al lavoro e alla mela. Un po' di tempo per ripensare alle cose dette e sentite, agli affetti, alle cene e ai pranzi. Ai cento saluti e agli abbracci. Ai regali e agli sguardi.
Comunque sono arrivato qui nonostante la nebbia di Malpensa.
Le mie unghie provano inequivocabilmente che come sempre la partenza ha un carico di tensione. A volte positiva a volte no. Pero' stavolta non mi sono commosso troppo ne' con Xyzal (come l'ultima volta) ne', sopratutto, con la dolce meta'.
Lo prendo come un buon auspicio per sto cazzo di 2007.
Per non sapere ne' leggere ne' scrivere (?) mi son fatto una lunga e lussuosa doccia e sono uscito per Madrid. Museo del Prado, perso tra i grigi e i neri di Velasquez. Ma anche tra un meraviglioso Caravaggio e uno strabiliante Goya degli ultimi anni.
La magnifica stazione di Atocha di Moneo. Sospendo il giudizio sull'addizione di Nouvel al Reina Sofia, visto solo da fuori (ad ora il giudizio sarebbe negativo) e paleso la mia delusione per un'opera amata al tempo sui libri: La Puerta Toledo di Navarro Baldweg. Per essere sintetici: quasi un pisciatoio abbondonato. Anche se l'eleganza delle scale e del gioco di volumi, assieme alla nobilta' delle intenzioni, meritano ancora rispetto.
E poi proprio a due passi da li' ho trovato il posto che stavo cercando.
Un Bar autentico con il bancone di metallo. Tanti locali che fumavano allegri. Due baristi simpatici. Una ottima selezione di tapas tipiche, senza fronzoli.
Tre "tubi" di birra gelata. Due croquetas deliziose. Un cetriolo sottaceto ripieno di peperoni e acciughe. Acciughe e olive. A chiudere, dopo innumerevoli tentennamenti, l'approdo definitivo sulle orme dei navigati locals: lumachine piccanti. Perfetto.
Conto di 13 eurini. 16 con le paglie. Soddisfazioni.
Il tempo di continuare a vagolare fino alla magnifica Plaza Major, vedendo pure il bar dove "Hemingway never ate here" .. per poi tornare in albergo.
Controllo la mail e grazie al Corvo posso aggiornarmi sulla vita di un amico perso di vista e finito in Nuova Zelanda.
Cliccate [*], ne vale la pena.
Io ci ho passato quasi due ore, non trovando in tv Atletico Madrid-Osasuna.
Provo ad interessarmi di calcio estero ... tra Boumsong (o come cazzo si chiama) e il ginocchio di Amauri (*****) c'e' poco da stare allegri.
Sinequanon, direbbe il gastronauta
1 Comments:
belle le foto del fisico neozelandese, errante piu lontano che mai.
Un abbraccio a lui, se mai ci legge.
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