sabato, novembre 12, 2005

Muzikas e banlieue

In attesa dell'invasione proveniente dalle banlieues prevista per stanotte (god save my scooter), ieri notte sono andato nella periferia sud, in 5 su una micra targata padova guidata da un fulminato di fucecchio, a cercare una festa di amici di suoi amici, musicisti francesi conosciuti a un etnofestival in toscana.
Dopo vario peregrinare e molto scetticismo, ci siamo trovati alle 2 in una specie di casa in legno, cemento e materiali di scarto, piazzata in un giardino, stipatissima e con odori subumani. Cannoni e vino rosso a nastro, gente barcollante che ogni tanto precipita al suolo, altri imboscati sul soppalco o addormentati per terra.
All'improvviso una voce blues e un'armonica a bocca rompono il rumore, seguiti da due chitarre. Per due ore non si sono fermati: nel momento migliore erano 3 chitarre, contrabbasso, flauto traverso, sax, clarinetto e violino, alternando improvvisazioni jazz a standard a assoli di chitarra incredibili. Ce n'era uno straordinariamente bravo con coda bionda, si muoveva ondeggiando, un tutt'uno con la chitarra, seduto su una cassetta di legno, non ho mai visto delle mani andare cosi veloci. I suoi amici dicevano che quando suona fa male. Il violinista batteva il tempo coi due piedi, sembrava su una sedia a dondolo. In due o tre si passavano il contrabbasso, giusto per darsi il tempo di pagliare. La voce, un polacco di nome adam, improvvisava o gemeva alla keith jarrett.
Tutti tra i 20 e i 30, tutti divorati da una passione senza limiti, che li segue in ogni momento della loro vita, a sentire uno dei contrabbassisti, polacco anche lui. Gli chiedo se lo fa di mestiere, mi risponde che si', ha questa fortuna. Suonano quasi tutti allo shaman café a Oberkampf, ci andremo.
Era la festa d'addio del padrone di casa, chitarrista, che parte per raggiungere la donna a pisa. Buon viaggio e grazie davvero per ieri.