martedì, agosto 29, 2006

Ancora sassolini. Blu e neri.

E' un periodo difficile, inutile nasconderlo. Piove pure da queste parti e da quattro giorni.
Neanche fossi ancora in quella citta' di merda che e' Milano. Con attorno quegli sfigati che sono i milanesi. Quelli che dicono che Milan l'e' semper Milan. Che e' da bere. Che e' la capitale morale. Che e' la capitale della finanza. Che poi c'e' la Scala del calcio. Che per bere un drink tardi devi magari andare al Magenta.

Appena risollevato da Andre Agassi che all'ultimo US Open ha passato il primo turno con il cuore (6-7/7-6/7-6/6-2) e che ho visto in diretta. Con John McEnroe a commentare magnificamente per la tv (meglio di Gianni Clerici) e protagonista elegantissimo (brizzolato, magrissimo -secondo me si fa- abito grigio, camicia bianca e cravatta vinaccia) sul campo del dopopartita con Andre. Agassi: Penso non ci sia niente di piu' rumoroso al mondo di 23.000 newyorkesi. Sorriso. Boato.

Comunque la bile si consuma seriamente solo per l"Inter. Per la boria e l'arroganza di questi perdenti sfigati. Segaioli. Leggo cose incredibili sul Web. C'e' qualcuno che fa le tabelle delle vittorie degli ultimi due anni. Qualcuno che raccoglie persone mentalemnte disturbate e ne diventa il profeta forse perche' ha letto due libri in piu' della combriccola che lo legge (e quindi, in totale fanno tre. Di libri intendo). Che dopo aver scritto cose orribili su tutti gli juventini del globo si cruccia per la salute di Giacinto Facchetti. In Ospedale. Ma poverino il Giacintone. Ci preoccupiamo tutti per lui. Il calcio ha bisogno di uno come lui. Ma certo (*specifico per essere piu' chiaro perche' leggo delle cose orrende in rete sia su Pessotto che su Facchetti. Forza Facchetti, senza ombra alcuna).
Poi c'e' anche qualcuno che pensa e che scrive. No non lui, che ha comunque il solito colpo di genio della giornata (il Gran premio di Appiano Gentile). Ma quest'altro, granata, Massimo Gramellini che finalmente ci dice qualcosa di intelligente.

E' dura oggi. l'ho gia' detto: piove. Non posso nemmeno uscire per il pranzo.