mercoledì, ottobre 03, 2007

Radiohead e buon cuore.

Boda è alle prese coi filtri delle multinazionali (detto così può significare un pò di tutto). Svolgo quindi sua vece nel segnalare a chi ancora non se ne fosse accorto l'iniziativa rivoluzionaria, perchè così è, poche palle, dei Radiohead.

Copio e incollo:
Si chiama «Up to you» e significa «Sta a te». Un riferimento alla tariffa liberamente scelta dall'utente per scaricare l'ultima creazione dei Radiohead. E se la band di Thom Yorke ha fatto bene i suoi conti evidentemente l'operazione conviene: il loro nuovo album, intitolato In Rainbows, dal 10 ottobre sarà in...vendita sul sito web del gruppo a un prezzo deciso dal pubblico. Meglio, da ogni singolo fan al momento dell'acquisto. Valgono tutte le cifre, non c'è un minimo prefissato. E' sufficiente andare sul sito e scegliere la modalità download. A questo punto si fissa il costo considerato equo, a propria totale discrezione, e si riceverà immediatamente un codice di attivazione che si potrà utilizzare dal 10 ottobre, data a partire dalla quale il settimo cd della band di Oxford sarà disponibile. Dai pochi centesimi al prezzo di mercato, l'operazione di e-commerce viene eseguita comunque con successo, qualsiasi cifra venga inserita.

VERSIONE LUSSO – Con i brani l'utente scaricherà anche la grafica di copertina e del cd, in modo da poter realizzare in proprio l'album completo ( anche se ovviamente si potranno anche metter i brani soltanto su un lettore mp3). È utile però sapere che la formula promozionale non è l'unica opzione offerta dal gruppo e che l'utente potrà anche scegliere di avere In Rainbows in formato discbox, ovvero un cofanetto di lusso contenente due cd, due vinili, testi, foto e storia del gruppo al costo, questo sì fisato e non trattabile, di 40 sterline. Insomma il gruppo inglese non conosce mezze misure e si rivolge un po'al popolo del download, poco esigente e solito a scaricare pezzi isolati dalla rete, e un po'al pubblico di collezionisti convinti, all'estremo opposto, quelli per cui i grandi artisti continuano a produrre su disco nero. La verità è che, come sostiene il manager della Esprit Records (uno dei più grandi distributori di dischi in Gran Bretagna) Simon Wright «i collezionisti sono una razza che ha bisogno di stringere qualcosa tra le proprie mani». Ma sono sempre meno. La gran parte dei fruitor non ha più bisogno ( o voglia) dell'oggetto disco. Ma evidentemente, a conti fatti, portano un vantaggio indotto all'industria musicale anche scaricando un intero LP a prezzi simbolici.

SENZA ETICHETTA - Resta il fatto che la band è da tempo senza casa discografica (dopo la chiusura del contratto con la Emi) e questa scelta molto moderna è sicuramente una conseguenza e una condizione al tempo stesso del loro essere orfani di una major. E mentre ci si chiede se l'inedito esperimento porterà o meno il successo sperato, una risposta comincia già a venire dai media: il tam tam, come fa capire anche il Wall Street Journal, che ha dato evidenza all'annuncio, è vistoso e corale, tutti ne parlano, gli accessi al sito dei Radiohead si moltiplicano. E le etichette tremano.

E qui il link.