martedì, dicembre 04, 2007

Paranoid Park


L'ho visto un mesetto fa e l'ho lasciato decantare.
Arriva ora in Italia.
Nuova tappa del viaggio di Gus Van Sant nell'universo dell'incomunicabilità, degli incubi e dei tremori adolescenziali, del vuoto pneumatico della famiglia americana.
Una storia appena accennata di silenzi e pause e memorie e paura.
Una grigia Portland e il popolo degli skaters.
Immagini iconiche, cappellini, t-shirts e sneakers. E un gruppo di ragazzi che avanza nel corridoio della scuola come Warriors redivivi e anestetizzati.
E' Paranoid Park, un film da trip di Boda, da vedere senza attese speciali, perché anche la violenza a volte é un caso.

2 Comments:

Blogger panpot said...

Sarà che sono in un periodo strano. Ma io mi spavento sempre un casino quando vedo queste rapprentazioni della gioventù. Mi spavento perchè vedo registi che colgono quel filo di apatia strisciante che vedo tutti i giorni, insieme a tanto altro, beninteso. Non so, chiamiamolo vuoto, se volete, o difesa, o ignoranza o magari anche adolescenza. E con quel filo mi sento disarmato, è un filo che scava distanze.

12:36 PM  
Blogger grosrat said...

mah io li frequento meno di te ma ho la stessa sensazione di vuoto, di vertigine, di nebbia.
come se i modelli possibili fossero solo l'apatia o l'autismo o l'aggressività esibita.
e van sant va nella provincia americana, dove gli abissi sono ancora piu profondi.
ecco é elephant é lucida follia, paranoid park é piu malessere latente, apatia, voglia di stare soli, al riparo

10:17 PM  

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