martedì, settembre 12, 2006

Looking forward



E' facile trovare parole di comodo da guida turistica o da MaurizioCostanzoScio' per descrivere la capitale del mondo, NYC. E' difficile trovare e mettere in fila parole cha la comprendano e ne circoscrivino il suo fluttuare sulle ali della modernita'. NYC e' la citta', non una delle. E' la modernita', sfuggente e mutante, e' una scossa di energia che ti attraversa le vene e le fibre nervose. E' un Giano bifronte che guarda al passato mentre guarda al futuro. Parte della forza viene dal passato, dalla dedizione calvinista al lavoro portata dagli olandesi (si chiamava New Amsterdam) ma mescolata alla Babele di culture in cui gia' si intravede il futuro meticcio del mondo. Su una semplice griglia geometrica la citta' si riscrive di continuo sfuggendo le regole compositive del Vecchio Mondo, senza alcuna paura di crearne di nuove ogni volta. Chi ci vive la attraversa, la mangia, la beve, la ooserva, la respira andando di blocco in blocco cercando sempre qualcosa e ponendosi sempre domande. L'importante e' cercare, e' domandarsi. Importanti son le domande e non le risposte. Con quel passo veloce e quello sguardo allucinato che hanno un po' tutti, dai broker dell'alta dinanza agli homeless che spuntano nel buio. Tutta la cultura passa di qui e si mette in mostra cambiando faccia e coordinate ad ogni stagione. Cinque anni fa qui e' successa un'enormita' e lo puoi capire per la strada e in televisione, dagli sguardi e dalle facce della gente. Gironzolando per GroundZero ieri si aveva l'impressione di una collettivita' ancora ferita e allo stesso tempo orgogliosa, sotto i due enormi e fasci di luce e sovrastati dall'immancabile bandiera a stelle e strisce. E quelle parole usate a sproposito, la rabbia e l'orgoglio, sono proprio quelle che non hanno fermato e mai fermeranno questa citta' nel suo processo di re-invenzione continua. Doce c'erano le due torri di Minoru Yamasaki ne sorgeranno altre firmate S.O.M., Foster, Rogers e Maki. Un'altra volta faremo anche della critica architettonica ma oggi no. Oggi ci basta sapere che ci saranno delle nuove torri li', che poi e' qui. Si ricomincia, one more time, again.

PS: il tavolino degno di Paul Auster alla prossima

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

mamma mia...tutto bello eh, per carità...ma se non ti conoscessi potrei aver paura di una tua conversione politica...okkei okkei...facciamo finta che si tratti dell'America di qualche annetto fa...non proprio quella di buscetta...cioè di busc giugnor.

9:33 AM  
Anonymous Anonimo said...

ma no ma no. rimanendo contro giorg dabliu busc, nessuna politica estera puo giustificare quello che e' successo l'unidici settembre. in nessun modo.

poi rimane il fatto che quel buco va riempito. si ricostruisce. non siamo in italia, insomma.

4:16 PM  

Posta un commento

<< Home