Venerdi - frammenti
Premessa: é bello essere in una grande città in un giorno lavorativo per gli altri e non per te. libero di fare quello che ti va. anche se piove un po' troppo. ma a Paris non ci fai caso dopo un po'.
- caffé e giornali in una panetteria, respirando le baguettes appena sfornate, per cominciare
- devo sistemare una vecchia questione di tasse. vado in uffici dove non c'é coda, dove mi ricevono e mi danno risposte. dove mi danno indicazioni su come raggiungere altri uffici, compreso il pullman da prendere.
- mangio un hamburger con l'uovo sopra da "2 pièces et cuisine" ("bilocale con cucina"). leggo e scrivo al computer. intorno ragazzi pagliano, ridono, flirtano
- g-star: come sempre non é una marca ma un attentato al mio portafoglio. anche un cappello contro la pioggia stavolta
- il beaubourg quando piove, di notte, sembra davvero un transatlantico appena attraccato in un porto nebbioso, con i passeggeri che salutano al riparo dietro i vetri. dentro qualche barbone innocuo che dorme sulle panchette, tanti che studiano, altri a spasso nelle librerie o adagiati al bar. mi sparo in sequenza un suggestivo parallelo kiarostami-erice (non per tutti..), poi l'atelier giacometti, con foto e sculture e omini magri e altri grassi mai visti, e poi una retrospettiva su rogers architects, con foto di piano nei 70's con una barba incredibile.
Antefatto: giovedi notte, Bisio in aeroporto. Cranio lucidissimo.
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