NYC-Montreal by bus
Cosi' senza pensarci troppo son partito. Venerdi' off e' stata l'offerta del capo. Che ho accettato dopo un vago tentennamento. Aerei troppo cari. E allora bus.
Porth Authority Bus Station sull'Ottava e Quarantadue.
Le biglietterie gia' fanno capire che aria tira.
Varia ma molto varia umanita' un po' ovunque.
Arrivo alle 19.30 con la subway vado in biglietteria e prendo un'andata e ritorno per Montreal.
Partenza quindi alle 23.00 (l'imbarco) con arrivo previsto a Montreal alle 6.20.
Mio cugino ad aspettarmi.
Tra il biglietto e la partenza c'e' un buco da rimepire. E pure nella mia pancia cosi' me ne torno nel West Village per non perdere la cena con amici. Ceno e ritorno al bus terminal.
Al gate 63 c'e' una fila da Arca di Noe'. Uomini e donne di colore con trolley che cosi' grandi non li ho mai visti. Un gran vociare e un gran caldo, ovviamente.
Faccio gruppo con quelli piu' simili a me, da provinciale.
Che poi sono una ragazza (con baffetti leggeri leggeri) colombiana che vive a Montreal e una coppia di fidanzati anche loro verso la via di casa.
Lisciamo il primo bus per 4-5 posti.
Mie prime composte bestemmie.
Sono le 23.45. Alle 24 arriva un secondo bus. Salgo tra i primi con la mia micro borsa a mano. E qui mi accorgo di essere l'unico in camicia (bianca) e piccola borsa al seguito.
Apro Simenon, parte il bus e dopo 15 minuti sto dormendo alla Oudini.
Mi sveglio con il bus fermo sulla corsia di emergenza dell'autostrada. Nessuno si muove.
L'autista donna impreca con una levetta. E' bloccato il tergicristallo. Mi avvicino, chiedo. Solito copione. Scendo dal bus facendo finta di partecipare al suo dramma e invece ne approfitto per fumare una siga. Faccio presente che non piove e che quindi si puo' proseguire.
Lei, l'autista, mi fa presente che non puo' continuare, che gli ritirano la licenza se la beccano.
Penso che esageri. Cerco collaborazione con un nero spilungone che armeggia con il tergicristallo senza successo. Poi davanti ai fari del bus spara una pisciata tranquillo tranquillo e non partecipa piu' alla discussione..
L'autista mi anticipa che sta arrivando un bus che ci carichera' tutti. Ne dubito e faccio bene.
Tempo cinque minuti arriva il bus. Conciliabolo tra autisti. Ne puo' caricare ben 5 su 50. Quelli senza bagaglio. Sono tra i cinque. Processione verso il nuovo bus, faccio amicizia con un ragazzo di Houston, Texas. Simpatico (non tutti i texani ...).
Riapro Simenon. Mi riaddormento di sasso.
Arrivo in dogana alle 6.30, cielo azzurro e aria fresca e pulita, di montagna.
Si riparte alle 7.30 e alle 8.15 sono a Montreal. Mio cugino arriva alle 8.30, mentre mi sta chimando la piu' bella di sempre che ha una voce che mi fa girare la testa.
Andiamo al diner in downtown. Caffelungo, uova e bacon e bagel al burro.
Si comincia a ragionare.
Finisco Simenon davanti al fiume. E i pensieri se ne vanno giu giu lontano seguendo la corrente.
Chissa' il ritorno, mi dico.
Ma e' questione di un attimo e anche quello sparisce via veloce veloce.
Porth Authority Bus Station sull'Ottava e Quarantadue.
Le biglietterie gia' fanno capire che aria tira.
Varia ma molto varia umanita' un po' ovunque.
Arrivo alle 19.30 con la subway vado in biglietteria e prendo un'andata e ritorno per Montreal.
Partenza quindi alle 23.00 (l'imbarco) con arrivo previsto a Montreal alle 6.20.
Mio cugino ad aspettarmi.
Tra il biglietto e la partenza c'e' un buco da rimepire. E pure nella mia pancia cosi' me ne torno nel West Village per non perdere la cena con amici. Ceno e ritorno al bus terminal.
Al gate 63 c'e' una fila da Arca di Noe'. Uomini e donne di colore con trolley che cosi' grandi non li ho mai visti. Un gran vociare e un gran caldo, ovviamente.
Faccio gruppo con quelli piu' simili a me, da provinciale.
Che poi sono una ragazza (con baffetti leggeri leggeri) colombiana che vive a Montreal e una coppia di fidanzati anche loro verso la via di casa.
Lisciamo il primo bus per 4-5 posti.
Mie prime composte bestemmie.
Sono le 23.45. Alle 24 arriva un secondo bus. Salgo tra i primi con la mia micro borsa a mano. E qui mi accorgo di essere l'unico in camicia (bianca) e piccola borsa al seguito.
Apro Simenon, parte il bus e dopo 15 minuti sto dormendo alla Oudini.
Mi sveglio con il bus fermo sulla corsia di emergenza dell'autostrada. Nessuno si muove.
L'autista donna impreca con una levetta. E' bloccato il tergicristallo. Mi avvicino, chiedo. Solito copione. Scendo dal bus facendo finta di partecipare al suo dramma e invece ne approfitto per fumare una siga. Faccio presente che non piove e che quindi si puo' proseguire.
Lei, l'autista, mi fa presente che non puo' continuare, che gli ritirano la licenza se la beccano.
Penso che esageri. Cerco collaborazione con un nero spilungone che armeggia con il tergicristallo senza successo. Poi davanti ai fari del bus spara una pisciata tranquillo tranquillo e non partecipa piu' alla discussione..
L'autista mi anticipa che sta arrivando un bus che ci carichera' tutti. Ne dubito e faccio bene.
Tempo cinque minuti arriva il bus. Conciliabolo tra autisti. Ne puo' caricare ben 5 su 50. Quelli senza bagaglio. Sono tra i cinque. Processione verso il nuovo bus, faccio amicizia con un ragazzo di Houston, Texas. Simpatico (non tutti i texani ...).
Riapro Simenon. Mi riaddormento di sasso.
Arrivo in dogana alle 6.30, cielo azzurro e aria fresca e pulita, di montagna.
Si riparte alle 7.30 e alle 8.15 sono a Montreal. Mio cugino arriva alle 8.30, mentre mi sta chimando la piu' bella di sempre che ha una voce che mi fa girare la testa.
Andiamo al diner in downtown. Caffelungo, uova e bacon e bagel al burro.
Si comincia a ragionare.
Finisco Simenon davanti al fiume. E i pensieri se ne vanno giu giu lontano seguendo la corrente.
Chissa' il ritorno, mi dico.
Ma e' questione di un attimo e anche quello sparisce via veloce veloce.
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