Da qualche settimana si fa un gran parlare da un po' tutte le parti del futuro di Milano.
Deve essere il trend del momento dei milanesi prima di andare al Forte.
Agli aperitivi in terrazza, alle cene in piedi, alle inaugurazioni non si parla d'altro.
Aveva anticipato tutti il maestro di tutti i trend, Stefano Boeri, annunicando il suo Bosco pero' dopo qualche settimana di attenzione e' finito un po' nel dimenticatoio.
Lui sembra che intanto si stia rifacendo con l'Expo non solo facendo parte del Comitato di cervelloni (tra cui spicca Mr. Herzog) ma anche studiandone il piano (ma sono solo pettoegolezzi).
Ma siamo in Italia e a chi sara' mai toccato di rilanciare il dibattito su Milano? Al Cardinale Tettamanzi, ovviamente.
Qui l'intervista a Tettamanzi di Giangiacomo Schiavi sul Corsera del 20 Maggio [
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E allora proprio Schiavi il 5 Luglio ha lanciato il Manifesto per Milano sempre sul Corsera, con intelligenza e buoni propositi [
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Se ho seguito bene il primo a partecipare e' stato il sociologo Aldo Bonomi (gia' apprezzato in passato per gli studi sulla Milano a dimensione metropolitana, culminati per il grande pubblico nella mostra "La citta' infinita" in Triennale), che - dopo non aver perso ovviamente occasione di lodare Davide Rampello - ha affermato che il futuro della citta' e' nella solidarieta' e non nel rancore [
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In parallelo l'Espresso risponde parlando gia' della Milano del 2030 ... della Milano Post-Expo insomma grazie al Piano di Governo del Territorio (PgT) ideato da Metrogramma, con tanto di interviste a Boschetti. [
*] No comment.
E intanto comincia anche a farsi sentire la Petizione promossa da Emilio Battisti per un Expo meno sprecona e piu' sostenibile.
In tutto cio' manca la voce del Sindaco Moratti e un piano serio e condiviso per questo
cazzo di Expo 2015 del quale nessuno ne capisce gli esatti contorni per non parlare dei contenuti.
Leggendo tutto cio' non si puo' quindi che essere sicuri di un paio di cose: Milano e' semplicemente brutta come dice Linus [
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